ReteMeso

Co-P.I.

2014

PROSPETTICO

MULTICENTRICO

 

ReteMeso

Sottotitolo
Rete organizzativa nazionale per la promozione della comprensione dei fenomeni molecolari, l’ottimizzazione dei percorsi diagnostici e degli interventi clinici prototipali per il mesotelioma maligno della pleura.

Disegno Studio
Prospettico non randomizzato

Centro
Multicentrico

Anno di inizio
2012

Ruolo di Ugo Pastorino
Co-Principal Investigator

Stato
Ongoing

Funding Agencies
Ministero Salute CCM


Sinossi

Il mesotelioma maligno della paura (MMP) è una neoplasia relativamente rara (circa 1.200 casi anno sul territorio italiano con tendenza rilevante clusterizzazione dei casi come dimostrato dal recente rapporto ReNaM) ma ad alto impatto sociale per il rapporto molto stretto con l’esposizione, professionale e non, all’absesto. La diagnosi e la terapia vengono per lo più effettuate da differenti figure professionali (chirurghi toracici, pneumologi, medici interno ed oncologi), la malattia è solitamente diagnosticata in fase avanzata, il corteo sintomatologia è quasi sempre rilevante e persiste un considerevole nichilismo terapeutico (più del 50% dei casi in stadio avanzato trattati unicamente con terapia locale).
Nella comune pratica clinica la decisione clinica nei tumori rari, come appunto il MMP, avviene in condizione di incertezza maggiore rispetto al caso dei tumori più frequenti. Rispetto ad altre patologia oncologiche, per il MMP ciò accade a qualsivoglia stadio (precoce o tardivo) la malattia sia individuata. Da questa incertezza derivano tutti gli ulteriori problemi, relativamente non solo alla decisione clinica, ma anche all’organizzazione dell’assistenza ed alla ricerca clinica.
La rarità della malattia si riflette anche nella difficoltà di organizzare studi di natura bio-molecolare, che sono necessari per sviluppare la ricerca terapeutica e per la diagnosi precoce: solo in via teorica tali studi sono realizzabili sul materiale biologico da bio-banche attualmente in funzione che per lo più hanno valenza a singolo centro o su piccoli territori. Occorre che i campioni biologici siano corredati di tutte le informazioni cliniche, della caratterizzazione patologica e delle informazioni relative alla risposta alla terapia.

Il progetto consiste nella costituzione sul territorio italiano di una rete organizzativa, basata sulla condivisione di un database clinico e biologico, tra centri di alto livello per la diagnosi e la terapia del MMP laddove sia già in essere un piano diagnostico e terapeutico che corrisponda alla linee guida e al consenso attualmente accettato. Una rete informatica consentirà l’interconnessione fra i centri, in particolare per una rapida condivisione della pratica clinica, l’allestimento di protocolli clinici rapidamente condivisibili, la pronta disponibilità di materiale biologico per eventuali studi di biologia molecolare e la raccolta in modo pre-ordinato delle informazione cliniche e di follow-up dei pazienti.

I nodi di rete si impegnano a:

  1. partecipare a progetti di ricerca comuni, ai diversi livelli (ricerca genetica e di base studi clinici e diagnostici, studi epidemiologici);
  2. seguire i protocolli di diagnosi e trattamento comuni;
  3. segnalare immediatamente ogni nuovo caso con la sua registrazione nel database comune.